I Longobardi


I Longobardi nel 568 d.C. guidati da re Alboino penetrano in Italia e in pochi anni conquistano le principali città dell’Italia centro-settentrionale, Pavia nel 572 diventa la capitale del loro regno. La dominazione longobarda pone fine all’ordinamento civile e politico romano introducendo fortissimi cambiamenti, viene superato il concetto di Stato i condottieri di alcuni clan e famiglie diventano i veri capi, il re è fortemente legato al proprio gruppo ed è riconosciuto dai soldati e dai compagni d’arme, il centro della vita non è più la città ma l’accampamento. La società longobarda è soprattutto dedita alla guerra, la situazione della gente è perciò molto dura, le popolazioni vengono travolte dalle truppe combattenti, la gente muore di fame, i raccolti saccheggiati e bruciati. I Longobardi di origine pagana si convertono al cristianesimo e realizzano definitivamente la conversione con re Cuniperto (688-700 d.C.).

 

Vivono della produzione agricola famigliare e di allevamento mentre nella pratica artigianale della lavorazione dei metalli sia preziosi che vili raggiungono grande raffinatezza. Il rito funebre praticato è ad inumazione entro tombe o fosse poste in file orientate ovest-est e talora rivestite con copertura di lastre di pietra e coppi.

 

La formazione del villaggio fortificato a Pombia rimane vitale anche in età prima bizantina e poi longobarda, in epoca longobarda il castro serviva anche a rafforzare le difese della strada del Sempione dalle invasioni franche e per il controllo del guado del Ticino. All’epoca di re Desiderio venne aperta una zecca per la coniazione di tremisse con la scritta Flavia Plumbiate, esemplari della stessa epoca di quelli di Flavia Novate (Castelnovate) e di Flavia Sibrium (Castelseprio).

La prima citazione assoluta di Pombia è data da un documento del 745 d.C. quando il longobardo “vir magnificus” Rotperto da Agrate Brianza indica le sue proprietà in “finibus Plumbiense”. In epoca longobarda i nomi delle chiese rivelavano la dottrina seguita, quelle dedicate a San Donato erano ariane, cattoliche quelle per San Giorgio, in funzione antiariana quelle intitolate a San Martino. La presenza della chiesetta di San Giorgio e quella di San Martino a Pombia comprova la dedicazione, la presenza longobarda è poi testimoniata dal rinvenimento negli anni ‘30 del secolo scorso di alcune tombe caratterizzate, sembra, dalle caratteristiche crocette longobarde, oggi disperse.