Nel corso dell’VIII secolo nella pianura padana nuclei dell’aristocrazia franca si sostituiscono alla classe dirigente longobarda e il territorio conquistato viene ripartito in unità politico-amministrative che vengono affidate ai “comites”, i conti, e prendono il nome di Comitati. Pombia, già nell’867 denominata “iudiciaria”, sinonimo di area amministrativa di potere, vede la presenza dei primi conti e visconti. Nel diploma di Berengario I al visdomino della chiesa novarese Leone, documenti databili tra il 911 e il 915 nel periodo postcarolingio, Pombia diventa sede comitale del “comitatus plumbiense”. Il comitato è documentato con certezza in data 962 quando il conte di Pombia Adalberto tiene un placito alla presenza di un rappresentante dell’imperatore Ottone I, illustrando i confini della contea che andavano sino a ridosso della contea di Vercelli, al Ticino, al lago d’Orta sino alla parte meridionale del lago Maggiore.
Verso la fine del secolo X, nel distretto di Pombia si registra la presenza di due fratelli, Uberto e Riccardo entrambi conti, discendenti dell’antica famiglia provenzale legata ai conti di Vienne di cui al regno di Ugo da Vienne; i discendenti dell’antica famiglia dovevano avere assunto il titolo comitale, dunque i due fratelli erano all’origine della famiglia dei conti di Pombia del casato dei ”Da Pombia”. La famiglia dei 'Da Pombia' si schiererà a fianco di Arduino ed il conte Uberto verrà allora colpito dalla maledizione del vescovo di Vercelli, Leone.