Domus degli Umiliati


Per arrivare alla Domus degli Umiliati occorre fare una premessa che risulta fondamentale per la lettura dell’insediamento rurale pombiese dell’epoca romana proseguita poi in epoca longobarda.

 

Il toponimo Super Curtam individuava quasi con certezza una zona sopraelevata nei pressi della Curtis, corrispondente probabilmente all’altura del Castellazzo, mentre l’area della Curtis era grosso modo quella attualmente individuabile tra le vie Garibaldi, Matteotti e piazza Martiri, nel centro della ”Villa”. Il rettangolo compreso fra queste vie sembra avere conservato nella regolarità dell’impianto e nei superstiti termini Corte e Corte Grande di due settori contigui della sua area interna, l’impronta dell’antico centro curtense.

 

Quest’area passò nel XII o XIII secolo all’ordine degli Umiliati (Humiliati) che la adattarono a convento. Di questa trasformazione si conservano, ancora evidenti, diversi tratti di muro perimetrale a spina di pesce e soprattutto l’impianto interno a colonnato su due piani. Inoltre la parte, oggi cantinata, conserva parzialmente l’originale struttura delle volte e della pavimentazione in lastre di pietra, proprio in corrispondenza del secolare setificio (filatoio) pombiese con sede all’interno della corte.

 

Nella pianura padana erano presenti numerose domus degli Umiliati tra XII e XIII secolo, movimento spirituale che, dal primo luogo di incontro a Frassineto del Po nei pressi di Casale Monferrato, si espanse rapidamente e divenne ordine religioso laico spesso in contrasto con la Chiesa di Roma, infine riabilitato da Innocenzo III a partire dal 1201