San Vincenzo in Castro


La chiesa di San Vincenzo in Castro, già illustrata dal prof. Verzone nella rassegna del romanico del 1935, rappresenta uno dei gioielli di Pombia, non a caso riconosciuta monumento nazionale. Presenta una struttura a tre navate con volte a vela per le navate minori e volta a crociera per le campate della navata centrale. Il Verzone ipotizzava la presenza di tre absidi semicircolari nell’impianto originario e poneva attenzione allo spessore dei muri interni, al materiale impiegato, indicando come originali le finestre a doppia strombatura ancora oggi esistenti. Con l’intervento di restauro degli anni 1965-1968, oltre ad avere ricondotto molte parti della chiesa all’antica composizione, ha messo in luce la struttura originaria con la facciata della chiesa arretrata rispetto al nartece. Veniva abbassato il pavimento del nartece stesso e ripristinato l’antico arco romanico d’accesso. Al piano inferiore del nartece veniva scoperta una tomba ad arcosolio con croci dipinte all’interno. Al piano superiore si trovano viceversa tracce di affreschi romanici, coevi alla costruzione. Venivano messi in luce i frammenti di un grande affresco sulla controfacciata che aveva come soggetto il Giudizio Universale. Al piano superiore del nartece era stata ricavata una cappella aggettante dell’avancorpo della struttura.

 

Gli studi più recenti tendono a collocare la chiesa di San Vincenzo in Castro intorno al secondo quarto dell’XI secolo, nel periodo in cui il vescovo Riprando, figlio del conte Uberto, sarà a capo dell’episcopato novarese dal 1039 al 1053. In ogni caso la chiesa di San Vincenzo è una chiesa di castello, costruita dalla nobiltà che lì aveva il centro amministrativo.

 

L’affresco del Giudizio Universale è attribuibile alla metà dell’XI secolo, le raffigurazioni del piano superiore del nartece dovrebbero risalire agli inizi del XII, mentre gli affreschi della lunetta sovrastante il loculo funerario del nartece sono collocabili alla fine del XII secolo per i motivi stilistici.

 

Degno di segnalazione è l’affresco databile alla fine del XV secolo situato su un pilastro nella parete nord della chiesa, la Madonna del Latte, che riprende il modello più celebre e antico della Madonna di Re.

 

Nella seconda metà del XVI, viene compiuta la prima visita pastorale dopo il Concilio di Trento, altre ne seguiranno che testimonieranno nelle loro relazioni le modifiche, i miglioramenti richiesti, i rimaneggiamenti introdotti sino al secondo decennio dell’Ottocento quando la chiesa non subirà altri rimaneggiamenti importanti, salvo poi il grande intervento di restauro di metà anni sessanta del Novecento. A proposito delle tre absidi semicircolari descritte dal Verzone e da altri autori in decenni successivi, nel 1744 queste non esistevano già più in quanto non compaiono nel progetto dell’altare maggiore e dove la parte terminale della chiesa già presentava la forma attuale.